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Quasi tutti sono single per la stessa ragione

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Quasi tutti sono single per la stessa ragione

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relazioni - 22/03/16

Un bell'articolo di Heidi Isern, da lei stessa definito "storia umoristica basata sulla cruda onestà" e che fotografa abbastanza bene il pensiero fatalista che affligge coloro alla perenne, disperata ricerca dell'anima gemella.

Cercare senza vedere

«Scrivi della ricerca» mi disse. «È quella, che ci sta uccidendo tutti quanti.»

«La ricerca? Vuoi dire per trovare un appartamento in affitto a canone controllato, non invaso dalle mosche? Oppure quella per il posto di lavoro che può vantare un trilionesimo di azioni della ditta? No sai, perché a San Francisco sono tutti sempre in cerca di qualcosa.»

«No, no, voglio dire la ricerca dell'amore. Della "persona giusta".»

Ero perplessa. Avevo sempre dato per scontato che a San Francisco i maschi se la cavassero molto meglio di noi femmine. Sempre occupati fra macchine ultimo modello, feste e disponibilità senza fine di giovani donne.

Eppure, una settimana dopo un altro uomo si confida con me. Un papillon giallo brillante gli adornava il collo, quasi a mascherare il suo dolore.

«Sono appena stato lasciato! Secondo lei non ero pronto per darle un bambino. Ma stavamo insieme da solo due mesi! È sempre così: quando le donne sentono che stanno invecchiando, vogliono troppo e troppo presto. Tutta la parte divertente del "vorrei conoscerti meglio" viene soffocata dal ticchettare incessante dell'orologio biologico.»

Forse il problema delle relazioni intorno ai 30-40 non è la mancanza di uomini disponibili. Forse sono le aspettative eccessive che noi donne alimentiamo.

Così, a scopo di ricerca, sono andata a un ritrovo di ultratrentenni in un lussuoso attico a Nob Hill. Credevo che avrei incontrato gente nuova. E invece, già all'entrata mi imbatto in volti familiari: i fantasmi del passato di San Francisco.

«Ciao Beth.»
«Ciao Vickie.»
«Ciao... Ricardo...? Sei proprio tu?»

Era lo stesso calderone di single di quando andavo a feste, a 20 anni, con un bel restyling e contorno di rughe d'espressione. Che stavano facendo, là? Credevo si fossero sposati, traslocato a Bali o fossero morti di alcolismo da anni. Forse ero anch'io una di loro? Uscita dal restyling di una catena di focose, ma poco durevoli relazioni, come in un effetto domino?

Piuttosto che buttarmi dalla finestra per la disperazione, decisi di farmi forza e restare. Dovevo assolutamente capire se eravamo stati tutti maledetti dalla sfortuna o se qualcosa stava davvero succedendo.

Mi sedetti accanto a una bruna formosa, vestita con un abito turchese. Aveva talmente tanto lucidalabbra che avrei potuto nuotarci dentro. Di sicuro non doveva avere alcun problema, nella ricerca. I suoi occhi esotici mi squadrarono dall'alto in basso prima di domandarmi: «Beh, tu che cosa stai cercando?»

L'unica cosa che stavo cercando era il vassoio dei formaggi.

«Quello di capra» risposi. «Sto cercando quello di capra. E tu cosa stai cercando?»

«Allora», tirò il fiato e iniziò a snocciolare una lunga lista di requisiti, appoggiandoli sull'aria morbida del suo respiro. Parlava velocemente, come fosse l'ultima occasione che l'universo gli stava concedendo per trovare il vero amore.

«Finalmente sono pronta a incontrare la mia anima gemella. Dovrà essere più alto di un metro e ottanta, meglio se con capelli scuri e ondulati, finanziariamente stabile, casa di proprietà, somigliare a Paulo Coelho, fare yoga, saper cucinare, amare il mare, essere emotivamente profondo, aver vissuto all'estero e, ah sì, dev'essere pronto a darmi figli entro un anno.»

Avrebbe avuto più fortuna nel trovare un pezzo di brie affumicato che soddisfacesse quella lista, che un uomo vivo. Mi chiesi se non avessi dovuto accompagnarla io stessa al vassoio dei formaggi.

«E cosa ne dici di questi uomini, qui di fronte a te?»

«Non penso che corrispondano in pieno al mio ideale.»

Mmm... ma non era meglio il proverbiale uccello in mano, dei mitologici uomini fra i cespugli?

Era carina ed era pronta, ma ciò non le dava diritto ad aspettarsi di ricevere il compagno perfetto su richiesta. Come con una chiamata a Uber. E anche se avesse espresso una lista di ideali meno materialisti come spiritualità, affetto, umorismo, sarebbe stato sempre troppo per un povero mortale.

Ma quella ragazza non è la sola.

Conosco uomini e donne così, che inseguono esseri immaginari mentre si negano le persone reali, avvolte in un sogno narcisistico di come le cose dovrebbero essere, invece che di come sono.

Ovviamente sembra che io abbia il problema opposto. Ho l'inusuale capacità di innamorarmi della schiuma del cappuccino dopo averla vista da soli due minuti. I miei amici mi raccomandano di alzare i miei standard e di andare al di là di un semplice, mutuo apprezzamento per i formaggi di qualità. Eppure, sono incapace di fare piani e m'innamoro degli occhi degli altri, delle emozioni o della loro capacità di vedermi senza maschera. Quando una volta un giovane surfista latinoamericano mi vide nuda, senza batter ciglio di fronte alle cicatrici delle mie vite passate, non mi preoccupai del suo conto in banca, dell'età o delle prospettive a lungo termine.

A me piace pensare di avere una mente aperta. Ma siccome anch'io mi trovavo in quella festa, forse non avevo capito un accidente. I folli vanno dove i santi non si azzardano... e io non sono certo una santa.

Trovai anche il mio amico con il papillon, vicino al formaggio, mentre sgranocchiava un cracker.

«Ehi. Come va, dopo la separazione?»

«È buffo che me lo chieda. Un paio di sere fa siamo usciti di nuovo per parlarne. Da quel che ho capito non è stata la mia poca urgenza di avere figli a farci lasciare. Ha detto che ero troppo ossessionato dal suo peso e che la guardavo male quando ordinava piatti calorici. Diciamocelo francamente, a me piacciono le ragazze magre. Forse ho delle aspettative troppo elevate.»

Gli tolsi quell'arido cracker dalla mano, lo inzuppai in tre salse diverse e me lo infilai in bocca. Gli uomini che si preoccupano del tuo giro vita si dimenticano che hai una testa. Ecco un uomo di cui non mi sarei mai innamorata.

In che modo dovremmo equilibrare le nostre aspettative? Forse la mia coazione a ripetere dell'innamorarmi velocemente non è così sana, ma di certo nemmeno lo è la ricerca della persona giusta.

Andare a caccia dell'unica persona in grado di corrisponderti, la ballerina, il poeta, il conto in banca, il genitore, è mettere troppa pressione addosso a chi ancora non conosci. La persona "giusta" si crea nel tempo. Spogliandola lentamente di ciò che è, non di ciò che dovrebbe essere.

La diffusione delle app d'incontri sta fornendo miraggi di possibilità illimitate, l'illusione di poter negoziare l'ideale che ci frulla in mente. Ci innamoriamo delle promesse virtuali provenienti dal cellulare e ci scordiamo di guardare le persone reali, mentre ci passano accanto.

Forse, invece di un'ottusa  ricerca o di commettere un errore dopo l'altro, dovremmo solo tentare di conoscere meglio le persone attorno a noi. Forse il vicino di casa, il collega pendolare, il compagno/compagna di palestra. Credo che focalizzandoci sulle persone che conosciamo già, potremmo vederle meglio per quello che sono e non per tutto quel che vorremmo che fossero.

E poi, smettendo di cercare ciò che dovremmo trovare in una relazione, magari potremmo anche capire ciò che noi stessi abbiamo da dare. Una volta liberato il nostro potenziale partner dalle aspettative, saremo entrambi molto più felici.

Questo significa che la lista dei requisiti debba volare fuori dalla finestra e disperdersi nella nebbia di San Francisco? Certamente no. Ma magari potremmo assottigliarla un pochino. Anziché un partner perfetto per la vita, che ne direste di un tipo gentile e simpatico per i prossimi mesi?

«Nessuno avrebbe immaginato che i pezzi irregolari delle nostre anime sarebbero stati adatti al puzzle in questa scatola. Credevamo di essere solo delle rimanenze, senza un posto in cui stare, eccetto quello del quadro che volevamo creare insieme - Shannon L. Alder»_


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